FALGANO 24- 28 MARZO 1999

La mia corsa...

La mia corsa...

 

"..Non sono che l'anima di un pesce con le ali volato via dal mare per ammassare le stelle ..." Lindberg, I. Fossati.

Pontassieve, 26/03/99 Ore 11:20

Vedo le labbra della professoressa che si muovono, ma le parole non arrivano "nitide" alla mia mente, si fondono piuttosto in un rumore lontano che culla i miei pensieri. L'arbusto, che per tutto l'inverno ho visto spoglio e sferzato dai venti attraverso il vetro dell'aula, adesso è già ed ancora verde... gli alberi di Falgano invece no, le gemme sono ancora titubanti e timide nello sbocciare, ma c'è una gemma ben più preziosa che si è dischiusa a Falgano, che lì, a pochi metri dagli alberi spogli, riempie di calore quelle mura che hanno visto tante vite, tante esperienze.
No ragazzi, non sono sotto l'effetto di qualche sostanza stupefacente, e non sono neanche sotto choc per il test di matematica: sono semplicemente felice, anzi traboccante di gioia, perché il fiore della comunità giovanile ha iniziato ad inondare il mondo col suo profumo dolce, ma anche vivace e deciso, donatogli da Dio, il Giardiniere che l'ha costantemente curato ed accompagnato nella crescita e che lo aiuterà a portare frutto.

27/03/99
Rieccomi qua, a distanza di 24h (e ben 3 di sonno!) da quello che ho scritto ieri, e sarei pronta a riscriverlo ovunque: sul banco, sulla lavagna, sulle mura della scuola; sono felice e lo devo anche a voi! Come vi ho detto anche ieri sera (anzi, nella primissima mattinata), sento di essermi liberata da quelle maschere e quegli spigoli taglienti che usavo per allontanare gli altri e per evitare i giudizi, o meglio, finalmente ho iniziato La mia corsa contro quei macigni che mi sbarravano la strada e sto riuscendo a sgretolarli a suon di testate (per fortuna che ho la testa dura!), anche se ce ne sono ancora tanti disseminati sul percorso! Voi non avete idea della forza che mi state donando con i vostri tantissimi talenti, la forza di mettermi a nudo, la forza di mostrare la mia debolezza; finalmente ho raggiunto quell' "esplosione" tanto agognata, sono riuscita a spiccare quel volo prima anche temuto oltre che bramato, voglio "addomesticare ed essere addomesticata" (v. cap.21 de' Il Piccolo Principe). Sono ancora tante le cose che vorrei dire a ciascuno di voi, ma, come è stato detto anche ieri, anche i silenzi hanno un grandissimo valore, talvolta "è difficile dire tutto quello che ho dentro" e le parole possono essere sostituite da gesti e sguardi...

                                                                   Vi voglio bene

                                                                                  Valentina

 

 

La mia corsa...

 

...è più una passeggiata che un vero e proprio correre intendiamoci, non nel senso che per me sia tutto facile, anzi, e poi ogni tanto mi viene anche a me la voglia di correre, per arrivare prima, o per scappare via dalla sofferenza. Ma il Signore con le sue meraviglie, mi dice: "Vai tranquilla, passo dopo passo, e gusta ciò che hai intorno". Così questa mia strada così intensa di cose stupende, come di orribili ostacoli, cerco di percorrerla ogni giorno, metro dopo metro, con serenità. Ho perso la mia caratteristica di sempre, la freneticità (e quindi anche un po' di ciò che ero prima) ma ho trovato la pace della speranza. Ecco, questo forse più di ogni altro sento come mio talento: la capacità di sperare per me, per gli altri, per il mondo. Quello sperare che mi fa brillare gli occhi e che vorrei vedere nello sguardo di ogni essere umano. In fondo alla strada, alla fine di questa "corsa", c'è il "sogno". Dio ce l'ha regalato e vuole che lo realizziamo.

 

 

La mia corsa...


Facendo un breve resoconto della mia esperienza, in queste due settimane, non sono riuscito in pieno a far fruttificare i talenti che mi sono stati donati.

Questo è da attribuire principalmente ad un insoddisfacente impegno messo in campo per affrontare la prova; impegno che in altri momenti della mia vita, invece, ha dato risultati molto positivi.

Essere disponibili con il prossimo non è sempre "facile" farlo fruttificare soprattutto nei confronti di quelle persone che non mi sono molto simpatiche o con le quali non riesco ad avere un rapporto di amicizia.

Ma oltre a questo, il mettersi l'uno a disposizione dell'altro richiede la presenza di altre due qualità basilari: umiltà e accettazione di sé stessi. Secondo la mia esperienza questi altri due talenti sono in stretta connessione con il precedente: la mancanza di uno solo di questi fa si che non si possa essere pienamente disponibili verso l'altro.

Spero che questo mio piccolo contributo possa essere di grande aiuto per tutti voi.

 

 

La mia corsa...

 

In questo periodo ho spesso riflettuto su come far fruttare i miei talenti. Sicuramente uno di essi l'ho messo in pratica durante i preparativi per andare a Falgano, mentre l'altro talento non l'ho fatto fruttare perché non ho avuto occasioni per farlo.

 

 

La mia corsa...

 

Firenze, 24 marzo 1999

Mi riesce sempre difficile scrivere di me, soprattutto in questo caso, visto che non mi riconosco alcun talento particolare.

Nonostante ciò, credo di essere in grado, per chi riesce a superare gli ostacoli che a volte io stessa creo, di poter essere una buona amica.

Penso di riuscire ad offrire ad un amico un appoggio abbastanza solido in caso di bisogno, la sicurezza che ci "sono".

Inoltre ritengo di essere una persona sincera, che dice quello che pensa di solito a tutti e, a maggior ragione, ad un amico.

Spero che questi quattro giorni mi diano l'opportunità di farmi conoscere meglio e di offrire anche a chi mi conosce meno la mia disponibilità.

                                                                                  Chiara

 

 

La mia corsa...


Devo ammettere che in questo periodo non sono riuscita a mettere a frutto i talenti che avevo scritto nell'incontro passato. Non cercherò di giustificarmi, vorrei solo tentare di scrivere ciò che provo.

Sono "entrata" nella Quaresima quasi senza rendermene conto, poi è subentrato un fatto che mi ha dato una carica immensa, forza, serenità, pace, gioia. Ho pensato allora che ciò che mi stava accadendo per un motivo: prepararmi alla Pasqua. Di colpo però il fallimento di questo "fatto" ed ecco subentrare in me lo sconforto e la delusione. Sono venuta a Falgano con questa tristezza nel cuore, con un mare di domande che vorrei urlare, gridare forte nella speranza di essere ascoltata, ma soprattutto nella speranza di trovare delle risposte. So di chiedere molto, ma lo faccio perché sono sicura che tutto abbia un senso, le cose belle e la sofferenza e se tutto ciò servisse a fortificare la mia Fede allora ben venga tutto: dolore, delusione, tristezza... ed in particolar modo ben venga la Pasqua con un potere straordinario, cambiare il cuore degli uomini a partire dal mio perché possiamo accogliere pace ed amore.

 

 

...La mia corsa...


La tenacia
La luminosità
Il mettere a proprio agio le persone con cui mi trovo.
                                                                  (Affabilità)

Ho sempre pensato che gli episodi negativi della mia storia fossero dei buchi neri da dover dimenticare o comunque su cui era impossibile costruire, "ripartire da lì". Invece in questo ultimo periodo le esperienze che ho fatto mi hanno trasmesso a caratteri cubitali che i miei doni più grandi, i miei talenti erano nati proprio da quei "buchi neri". Il mio carattere timido, riservato, insicuro sino all'esasperazione, la mia paura di sbagliare, di esser vista, giudicata in modo differente quale ero, bloccava a doppia catena ogni mio movimento o parola. Tutto questo, unito a situazioni di dolore, avvenimenti negativi, creava dei profondi buchi neri. Ma il progetto di Dio era cosa ben più ampia, non si fermava a quegli episodi...

La mia insicurezza arrivata all'apice, quando ha incontrato dei principi su cui fermarsi, metter radici, si è trasformata in tenacia: cercavo i miei principi di vita, il mio stile di vita e tutta l'altra "merce" aumentava l'incertezza.

Mi hanno invitato ad una festa  del tipo "mille e una notte" in cui hanno speso miliardi per l'organizzazione, la cena, la nottata... non ci sono andata: sarebbe stata una gran festa con l'abito da sera, la curiosità era tanta ma non avrebbe rispettato il pensiero radicato in quest'ultimo anno: Mani Tese, Amnesty International, la grande appartenenza che sento verso l'ambiente di Assisi, lo spirito francescano avrebbero fatto a cazzotti con la partecipazione a quel tipo di festa..!

Ma anche quotidianamente le discussioni con i miei genitori riguardo i frequenti incontri ad Assisi, il mio cercare di fargli capire il peso di quella esperienza: non sono mai andata via da sola ma negli ultimi 6 mesi invece, in media, vado per tre giorni al mese da "S. Francesco e S. Chiara". Questo ha portato anche la possibilità di conoscere una infinità di persone, di situazioni: il mio silenzio, la paura di sbagliare, di essere giudicata si sono trasformati in una profonda voglia di ascoltare gli altri rendendomi conto che ogni persona ha bisogno di un tuo particolare atteggiamento.

Adesso ho l'agenda piena di indirizzi e ogni settimana ricevo lettere o telefonate da tutta l'Italia. E tutto questo scatena dentro di me una gioia infinita, dentro la testa echeggia la frase "LA GIOIA DEL SIGNORE SARA' LA VOSTRA FORZA!": prima di un anno fa questa luminosità era incatenata ma adesso è esplosa tanto da trasmetterla agli altri... ogni volta che salgo su un treno adesso e incontro degli sconosciuti, sono loro a cercare un dialogo con me e piano piano si aprono e parlano della loro vita, della loro storia come se le mie parole o la mia gioia trasmettesse loro una grande serenità.

«PERCHE' TU SEI PREZIOSO AI MIEI OCCHI
PERCHE' SEI DEGNO DI STIMA, E IO TI AMO,
DO UOMINI AL TUO POSTO
E NAZIONI IN CAMBIO DELLA TUA VITA
NON TEMERE, PERCHE' IO SONO CON TE»
                                                                    Isaia 43, 4-5

 

 

La mia corsa...

 

Falgano, 24-28/03/99


Ricercare ed individuare i propri talenti è senz'altro impresa assai difficoltosa e questo perché nn solo si ha costantemente paura di essere immodesti ma anche perché, a ben pensare, comune è l'idea che la valutazione di ciò che c'è di buono in noi sia cosa altamente soggettiva, non oggettivizzabile  perciò... Nonostante questo ci proverò ugualmente!

Forse la cosa di più buono che il Signore ma ha dato, e che la vita ma ha fatto riscoprire proprio di recente, è la fiducia in me stesso, quella ostinazione che mi consente, e mi ha consentito, di andare avanti nonostante tutte le avversità, nella certezza che prima o poi il Signore mi avrebbe donato giorni migliori. Intendiamoci, non è facile esercitare questo talento, non darsi mai per vinto, poiché quando ti capita di essere davvero giù, ancor maggiormente ti sembra che il mondo conflitti centro di te, che nessuno ti possa aiutare a risalire. In tali momenti, una cosa può forse aiutare tutti noi a tirar fuori il talento che prima menzionavo: la certezza che, come si trova scritto nella Bibbia, il Signore non dà mai a nessuno di noi una croce che non si è in grado di portare. Auguro perciò a tutti, ed a me stesso, di tener ben sempre a mente questa frase che può davvero aiutarci, se in essa si ha fiducia, a farci vedere la vita con un occhio nuovo, più positivo, anche quando essa sembra voltarci le spalle.

                                                                                  Gianfranco

 

 

La mia corsa...

 

Molto spesso mi sono domandato quali sono le mia qualità, i miei talenti che non ho sotterrato, ma anzi ho provato a conviverci ed a intensificarli.

Uno di questi è cercare di ridere, vedere il positivo di ogni avvenimento, che la vita ci riserva. Il secondo è quello dell'essere o fare il giullare in tante situazioni per cercare di tirare su l'aria o di far divertire le persone, infatti in tutti gli ambienti che ho frequentato o che frequento studio, gioco, lavoro, amici, parrocchia, il mio essere un po' buffone riesce molto spesso a far sorridere le persone.

Penso sia la cosa più importante, riuscire a guardare la persona che hai accanto e vederla felice, domandarti cosa pensa, cosa vuole, cosa desidera, da te. Io mi sono già risposto: gioia, amore, sorriso, sono la terapia ad ogni male.

 

 

La mia corsa...

 

...quotidiana è una ricerca costante della serenità, della pace, dell'amore... è la voglia di vivere in pieno il mio presente, con la forza e i doni che ci dona Dio... questo presente che spesso scivola via nell'incapacità di comprendere che ogni attimo della vita è essenziale, insostituibile, importante e per questo da sfruttare per un migliore contatto con Dio... ENTUSIASMO, VITALITA', PERSEVERANZA, SPIRITO DEL PERDONO, CAPACITA' DI ASCOLTO... ecco, questi sono i miei talenti, che spesso sono offuscati, ma che ogni giorno cerco di mettere a profitto affinchè ogni istante della mia esistenza non sia vano ma UNICO..

 

 

La mia corsa...

Ogni giorno a pranzo, per raggiungere la mensa distante circa 4 Km, ci spostiamo in auto. Nel piccolo viaggetto in macchina, mi metto sempre le cinture di sicurezza e subito vengo "preso in giro" dagli altri che dicono che le cinture non servono qui sulle strade statali ma solo in autostrada; sono convinto che bisogna indossarle, al di là dell'effettiva sicurezza, anche solo per rispettare una legge in vigore.

Quando arriviamo alla mensa capita spesso di prendere posto al tavolo prima di qualche altro gruppo, acquisendo così il diritto ad essere serviti per primi rispetto agli altri arrivati dopo. Un giorno è capitato di arrivare poco dopo un altro gruppo (quasi insieme direi, ma dopo) e la cameriera, indecisa, ci ha chiesto chi fosse arrivato per primo; molti colleghi prontamente hanno affermato di essere arrivati noi per primi, mentre io sono rimasto fermo sulla mia idea di legalità e le ho detto che eravamo arrivati dopo di loro. Subito sono stato attaccato "Se non c'eri te, a quest'ora stavamo già mangiando...". In quel momento mi veniva da chiedermi che senso potesse avere questa mia continua legalità quando una collega ribatte: "Se tutti fossimo un po' di più come lui, il mondo andrebbe meglio".

 

 

La mia corsa .....

 

...verso l'entusiasmo e la capacità di ascolto!

Questi che considero due miei talenti, sono nello stesso tempo strumento e fine del mio cammino. Sento forte l'esigenza di vivere le mie giornate con la gioia travolgente dei bambini, i miei più bravi maestri. Sono i più piccoli, con il loro sguardo sereno, i gesti semplici, la voglia di giocare, che mi "contagiano" di entusiasmo. E' su questa gioia che voglio camminare e su cui mi sfido nel quotidiano.

Un talento del genere fa pensare a qualcosa di esuberante e (passatemi il termine) in contrasto con l'ascolto, che richiede invece silenzio. Ma io non li considero affatto in contraddizione! Ascolto per me è sguardo attento verso gli altri, é una parola di amore, é un abbraccio accogliente, é la mano tesa al servizio: tutto questo contro i miei egoismi. Ma ciò che mi é più difficile é il deserto, il silenzio interiore in cui il Signore mi Parla: qui è veramente messa alla prova la mia capacità di ascolto.

Tanti ostacoli e pigrizie mi tentano e mi invitano a fermarmi.. e spesso la mia corsa rallenta. Ma voglio fare del mio meglio per investire i miei talenti: so che il Signore mi è vicino e mi sostiene.

 

 

La mia corsa .....

 

Passa tranquillamente tra il rumore e la fretta e ricorda quanta pace può esserci nel silenzio. Finché è possibile senza doverti abbassare, sii in buoni rapporti con tutte le persone. Dì la verità con calma e chiarezza; e ascolta g1i altri, anche i noiosi e gli ignoranti; anche loro hanno una storia da raccontare. Evita le persone volgari ed aggressive; esse opprimono lo spirito. Se ti paragoni agli altri, corri il rischio di far crescere in te orgoglio ed acredine, perché sempre ci saranno persone più in basso o più in alto di te. Gioisci dei tuoi risultati così come dei tuoi progetti. Conserva l'interesse per il tuo lavoro, per quanto umile: è ciò che realmente possiedi per cambiare le sorti del tempo. Sii prudente nei tuoi affari, perché il mondo è pieno di tranelli. Ma ciò non accechi la tua capacità di distinguere la virtù; molte persone lottano per grandi ideali; e dovunque la vita è piena di eroismo. Sii te stessa. Soprattutto non fingere negli affetti e neppure sii cinica riguardo all'amore; poiché a dispetto di tutte le aridità e disillusioni esso è perenne come l'erba. Accetta benevolmente gli ammaestramenti che derivano dall'età, lasciando con un sorriso sereno le cose della giovinezza. Coltiva la forza dello spirito per difenderti contro l'improvvisa sfortuna. Ma non tormentarti con l'immaginazione. Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine. Al di là di una disciplina morale, sii tranquilla con te stessa. Tu sei figlia dell'universo, non meno degli alberi e delle stelle; tu hai diritto ad essere qui. E che ti sia chiaro o no, non vi è dubbio che l'universo ti si stia schiudendo come dovrebbe. Perciò sii in pace con Dio, comunque tu Lo concepisca, e qualunque siano le tue lotte e le tue aspirazioni, conserva la pace con la tua anima pur nella rumorosa confusione della vita. Con tutti i suoi inganni, i lavori ingrati e i sogni infranti, è ancora un mondo stupendo. Fai attenzione. Cerca di essere felice.

 

 

La mia corsa .....

 

Personalmente credo che il talento più grande che mi è stato donato sia il saper ascoltare.

Penso sia così perché normalmente è più facile che ascolti una persona piuttosto che parlare.

Per fare un esempio pratico, posso raccontare una sera qualsiasi di quelle in cui partecipo alla Ronda.

Per chi non conoscesse la Ronda in pratica consiste nel portare qualcosa da mangiare e una parola di conforto a chi ha più bisogno di noi, e nella fattispecie ai senzatetto di P.zza S.S. Annunziata, alla Stazione di Campo di Marte, alla Stazione Centrale.

Personalmente questo servizio lo faccio il venerdì sera.

Tornando al mio "talento", c'è una persona alla Stazione Centrale con cui oramai c'è una certa confidenza, che tutti i venerdì mi racconta un pezzo della sua vita, e mi sembra un po' come vedere un telefilm a puntate, ed ognuna è così tremendamente particolare da invogliarti ad ascoltarla. Comunque ti rendi conto che per delle persone sole, la cosa più importante non è il raccontarti la sua storia, ma "raccontare".

All'interno di questa Comunità che stiamo creando, mi impegno ad "offrire" il mio talento a chiunque abbia voglia di "usufruirne".

                                                                            Sara Leoni 

   

 

La mia corsa .....

 

Voglio riportare di seguito una mia semplice osservazione (partendo dal presupposto che ogni piccola osservazione va ad aumentare il proprio bagaglio di esperienze), nella speranza che possa dare a chi la legge un piccolo spunto di riflessione per capire meglio cos'è che talvolta ci attanaglia l'animo e la coscienza al punto di provare dentro un profondo senso di smarrimento e confusione. Col passare del tempo ho potuto osservare che "il lato oscuro della vita" è caratterizzato per molti ragazzi e ragazze della mia età dalla solitudine (il malessere di fine secolo), dal senso di inadeguatezza, dalla difficoltà di comunicazione, dall'insofferenza nei confronti di un mondo invivibile che sembra nostro nemico: la conclusione è che, per dirla alla Ligabue, "la vita la capisce chi è più pratico".

E come si deve comportare chi non è ancora pratico della vita? Perché c'è bisogno di soffrire, a volte, per seguire il corso della nostra vita, in un'evoluzione sociale e caratteriale che siamo obbligati a vivere? E soprattutto, chi ce lo dice che quella sia la "strada" che noi abbiamo scelto, che ci farà felici? Sarà capitato certamente a tutti di attraversare periodi critici della vita, momenti in cui sembra che non ci sia niente che vada per il verso giusto: un esame che sembra non essere alla nostra portata, le incomprensioni che nascono spesso nell'ambito familiare, la ragazza o il ragazzo che ti ha lasciato senza una ragione, le responsabilità che si fanno ogni giorno sempre più pesanti, il lavoro che non c'è o che non avresti voluto fare, gli amici che conosci (con cui sei cresciuto e con cui hai condiviso momenti indelebili della tua vita) sembrano intenzionati a "schivarti" senza che tu possa fare niente per rimarginare una ferita provocata solo dalle nostre elucubrazioni e dal nostro vile orgoglio, gli amici che addirittura se ne vanno e che non rivedi più forse perché la tua presenza non è più sufficiente a dare "loro" nuovo interesse e nuova "linfa vitale", visto che "loro" hanno bisogno di altri stimoli e altri spazi dove fare nuove esperienze. Io sono uno di "loro"... (tutti noi lo siamo) forse per necessità, perché alla fine è inevitabile crescere e cambiare (e i cambiamenti, si sa, sono quasi sempre dolorosi perché ci obbligano ad abbandonare una certa situazione per adattarsi ad una nuova, essa stessa instabile e soggetta a nuovi cambiamenti...). Così ti puoi sentire a volte oppresso, insicuro, nervoso, messo da parte e tendi a chiuderti in te stesso e ad autoeliminarti dalla sfera di relazioni, senza fartene una ragione. Sono un credente e ho constatato come proprio nei momenti più difficili mi riesca a porre in maniera più giusta nei confronti di Dio (purtroppo quasi solo in questi momenti)... Sia chiaro: non è Dio che è costretto a soffrire, sono io; non è Dio che si deve adattare ad una nuova e indesiderata situazione, sono io; non è Dio che si deve ritagliare nuovi spazi, che si deve far accettare per quello che è... sono sempre io. A volte ci riesco; quasi sempre mi ritiro dal confronto.

Mi torna in mente il passaggio del film MOMENTI DI GLORIA... "[...] è guardando dentro che si può trovare la forza per continuare a "correre": se ci affidiamo all'amore di Gesù con tutto il cuore e con tutte le forze che si hanno, allora è quello il modo per "vincere la corsa"[...]". Capisco che sono solo parole, ma queste parole sono riuscite a portarmi dentro tutto il conforto e tutto il calore che un bambino può ritrovare solo nell'amore gratuito della propria mamma. Il coraggio di essere noi stessi e di credere in quello che facciamo è il "talento" che mi sento di inseguire ogni giorno, ogni momento, in ogni scelta che sono chiamato a fare; è tanto difficile arrivarlo a possedere, quanto mantenerne il possesso.

La "mia corsa" vuole essere soprattutto una sfida lanciata a noi stessi: la mia è senz'altro quella di continuare a "guardare dentro" per dare nuova forza e nuovo vigore a tutto ciò in cui credo. La generazione dei nostri genitori ha in qualche modo cercato di mettere in luce, e in parte abbattere, le ipocrisie e i falsi valori. Oggi più che mai queste "anomalie" sono tornate un po' di moda (un po' troppo) e servirebbe proprio un'overdose del suddetto talento... se non altro per credere con più tenacia in quello che facciamo. Così facendo ogni cosa troverà la sua giusta dimensione nella nostra piccola quotidianità.

                                                                                    Homer J. Simpson    

 

 


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